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Un robot per far seguire da casa le lezioni a una compagna malata

lentepubblica.it • 9 Dicembre 2016

tecnologie agid autismoInventano un robot che consente a una compagna di classe, gravemente malata, di seguire le lezioni da casa, “girando” per i laboratori. Poi lei guarisce, lo implementano per il reparto di Oncologia pediatrica del Policlinico di Modena e vincono il Primo Premio della giuria del Contest Coop 3D.

 

Ma il destino vuole che si ammali un nuovo studente…  Mossi dalla solidarietà per una loro compagna di classe, la chiameremo Gaia, gravemente malata, e dalla propria competenza acquisita a scuola, i ragazzi di una classe seconda – sezione Liceo Scientifico Scienze Applicate – dell’Istituto tecnico industriale “Galilei” di Mirandola, in provincia di Modena, città di Pico e punto di riferimento per tutto il mondo dell’industria biomedicale, si sono davvero superati. Seguiti dai loro professori e da altri studenti di quinta – il Galilei è anche Istituto Tecnico settore Tecnologico e Istituto Professionale settore Industria e Artigianato – gli studenti costruiscono e programmano un robot mobile comandato a distanza, dotato di telecamera e monitor, che consente alla ragazza di assistere alle lezioni da casa.

 

Sarebbe bastato un collegamento Skype. In effetti il collegamento c’è e la ragazza può seguire le lezioni. Ma al momento di lasciare l’aula per recarsi nei laboratori, il collegamento per forza di cose cade con conseguente interruzione della lezione. I compagni cercano a questo punto di immaginare una soluzione che consenta a Gaia di seguire le lezioni a distanza anche nelle fasi operative delle lezioni, fuori dall’aula.

 

Mettono a punto un robot, Gaia chiede che sia chiamato “Handy-robot”, e lo equipaggiano con un tablet e una videocamera, che spostandosi tra i banchi, i corridoi e i laboratori, mantiene la connessione e con essa la continuità della lezione. Gaia a propria volta può essere vista a distanza dai compagni, In questo modo si riduce sia pure in parte la frattura dell’integrazione, indotta dalle assenze forzate della ragazza.

 

La storia ha un lieto fine, anzi più d’uno, alternati a propria volta a situazioni critiche che vedono coinvolti la scuola, gli alunni, la malattia. Gaia fortunatamente guarisce. Non ha più bisogno dunque del robot e dei collegamenti visivi a distanza. Gli studenti del Galilei di Mirandola – già epicentro del terremoto del 2012, evento che spingerà nel 2014 i ragazzi a inventare un premiatissimo banco antisismico –  vogliono però continuare nella progettazione del robot affinchè altri, nella sfortuna, possano un giorno beneficiare dello strumento approntato. E pensano alla scuola istituita presso il Reparto di Oncologia pediatrica del Policlinico di Modena. Ma la malattia si ripresenta nuovamente là.

 

A scuola. E ha il volto di un altro studente, stavolta di una classe prima, un compagno che per una grave malattia non si può recare a scuola, le lezioni, almeno quelle, non sono compromesse, in attesa di una pronta guarigione.

Fonte: Orizzonte Scuola (ww.orizzontescuola.it) - articolo di Vincenzo Brancatisano
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